L’artroplastica ibrida dell’anca è una tecnica intermedia fra il rivestimento e la protesi che solitamente si adottata in pazienti con gravi deformità della testa del femore e/o con osso meccanicamente debole ma con elevate richieste funzionali, situazione questa assai frequente nei pazienti di sesso femminile.
Questo intervento si esegue con la stessa tecnica chirurgica che viene utilizzata nell’artroplastica di rivestimento senza danneggiare la muscolatura glutea. Nell’artroplastica ibrida spesso si ricorre ad un accoppiamento ceramica/ceramica o ceramica/polietilene, utilizzando una sfera di diametro simile a quello della testa del femore del paziente. La sfera di ceramica si articola con una cupola acetabolare metallica che presenta al suo interno un inserto di ceramica o di polietilene. La sfera viene assemblata su uno stelo protesico inserito nel femore. Nei pazienti con osso di qualità poco deteriorata si può conservare il collo del femore ed utilizzare un impianto femorale molto corto. In pazienti con osso di qualità peggiore vengono utilizzati steli di lunghezza maggiore in relazione al grado di deterioramento dell’osso. È così possibile ottimizzare i risultati funzionali e ridurre drasticamente l’usura dell’impianto.
Fig. 1 – mini stelo femorale
Prima
Dopo
Fig. 3 – stelo femorale medio
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Dopo
Fig. 5 – stelo femorale standard
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Dopo
Fig. 2 – stelo femorale corto
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Fig. 4 – stelo femorale standard
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Dopo
Artroplastica ibrida a doppia motilità
Nei pazienti con muscolatura potenzialmente insufficiente e osso osteopenico si utilizza l’artroplastica ibrida a doppia motilità. In questo caso vi sono due sfere di cui la più piccola in ceramica o oxinium viene inserita all’interno di una sfera in materiale polimerico di diametro uguale a quello della testa del femore del paziente. Con questo impianto è possibile annullare il rischio di lussazione anche nei pazienti a rischio.
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E le allergie?
Circa il 12% della popolazione è soggetta a reazioni allergiche al nichel e il 5% è allergico al cobalto o al cromo. Anche se la presenza di un’allergia non necessariamente comporta il rischio di un’intolleranza all’impianto è consigliabile utilizzare degli impianti anallergici quali impianti di ginocchio rivestiti con nitruro di titanio o protesi in zirconio-niobio.
Fissazione con cemento e senza cemento
La fissazione degli impianti protesici all’osso può avvenire con o senza cemento.
- Il cemento osseo non è una colla ma è un polimero che si ottiene mescolando una polvere e un liquido, producendo una pasta che si interpone tra l’osso e l’impianto che progressivamente si indurisce fino a stabilizzare la protesi. La fissazione cementata si utilizza nei pazienti con osso più fragile, osteopenici o osteoporotici.
- La fissazione senza cemento consiste nell’utilizzazione di protesi che vengono impiantate a diretto contatto con l’osso. Queste protesi presentano delle superfici adatte a favorire l’osteointegrazione e cioè la crescita del tessuto osseo a diretto contatto con la protesi che viene così stabilizzata biologicamente. La fissazione senza cemento richiede un osso di buona qualità meccanica e viene pertanto utilizzata nei soggetti più giovani.